13.11.06

Se non riesci ad imparare a usare il computer, vai dallo psicologo...

Ho chiuso il post precedente chiedendomi:

Ma le nuove interfacce sempre più raffinate e seducenti hanno avuto come effetto solo quello voluto di semplificare l'uso del computer? Second Life mi affascina solo perché è semplice da usare?

La risposta chiaramente è no. L'efficacia comunicativa delle interfacce, con la loro capacità di suggestionarci attraverso la vista e l'udito, ha avuto un effetto collaterale imprevisto: il computer è diventato capace di stimolare reazioni inconsce da parte nostra.

Non è questo il posto per dilungarsi sull'argomento e peraltro non ne possiedo neanche le competenze. Per chi fosse interessato, suggerisco la lettura di The Psychology of Cyberspace di John Suler, una vera e propria pietra miliare.
In estrema ed imprecisa sintesi, si può dire che la capacità di comunicazione del computer e delle altre persone attraverso il computer è diventata sufficientemente raffinata da essere percepita come quasi umana a livello inconscio e ad essa reagiamo utilizzando gli schemi di comportamento istintivi, ovvero quelli che caratterizzano il nostro rapporto con i genitori.
Può sembrare strano e forzato, ma in effetti questo spiega lo strano fenomeno di "distacco del cervello" da parte di persone anche colte ed intelligenti, che chiunque abbia insegnato un po' di informatica ha certamente osservato. A livello di aneddoto cito quello di una mia conoscente qualche anno, donna estremamente colta ed intelligente, in grado di parlare varie lingue, professionista molto quotata nel suo settore ed autrice di apprezzate pubblicazioni scientifiche. Eppure... col computer non c'era nulla da fare. L'approccio psicologico era sbagliato. Questa donna, all'epoca non più giovanissima, era sempre stata aiutata dalla propria bellezza e dal proprio fascino ad ottenere ciò che voleva dalle persone. Istintivamente cercava di piegare il computer alle proprie esigenze nella stessa maniera! Attenzioni, buon posizionamento nella stanza, un tavolo carino, un parlare pieno di vezzeggiativi. Tuttavia, (chissà perché) la macchina non rispondeva e questo era causa di enorme stress e blocco per la dottoressa in questione. Farle osservare questo comportamento istintivo risolse molto di più che le infinite ripetizioni di come si salva un file...
Analogamente potremmo notare che è considerato "normale" che la gente parli con il computer, usualmente insultandolo, laddove probabilmente chiameremmo la neuro se vedessimo la stessa persona inveire contro il frigorifero o la sveglia.
Per chi conosce Second Life questa capacità di suggestione inconscia è ben nota. Leggere "ti abbraccio" su un e-mail o su IRC non scatena la stessa istintiva e piacevole reazione chimica nel nostro corpo che si attiva quando il nostro avatar viene abbracciato.
Tutto questo è un fenomeno ben noto in ambito psicologico, dove le chat, e in particolare le chat visuali, sono classificate come spazi proiettivi e transizionali.

Insomma, abbiamo concluso che il computer è uno strumento con elevatissime capacità di calcolo, facile da usare ed è pure in grado di essere strumento per scatenare in noi suggestioni profonde. Ma tutto questo cosa c'entra con il virtuale?


Questo post è parte dello sviluppo del tema: "Cosa è davvero il virtuale?".
Puoi consultare qui gli altri articoli:
1. In virtuale virtus
2. Il computer come sogno cartesiano
3. Il computer-pensiero è stato dotato di organi di senso
4. Se non riesci ad imparare a usare il computer, vai dallo psicologo...

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