7.11.06

In virtuale virtus

L'accezione comune della parola virtuale è alquanto fuorviante. Pertanto, ritengo che non sia male in primo luogo fissare il suo significato più corretto, che andrà sempre ricordato per interpretare nella maniera più esatta tutto quanto verrà scritto nei giorni a venire.


Se andiamo a vedere il significato di virtuale sulla Wikipedia, troviamo:

- dal latino virtus, in riferimento alla virtù;
- nel significato di potenziale, che può accadere;
- particolarmente usato in informatica è il significato di simulato, non reale.


Vediamo un po' di applicare le tre definizioni a Second Life, che è descritto come un mondo virtuale.

E' Second Life un mondo simulato?
Se intendiamo che replica entità e processi del mondo fisico, la definizione ci può stare. Ma se ci affianchiamo anche il concetto di irrealtà, che sempre implicitamente si affianca in questo caso, allora le cose non funzionano più. All'interno di Second Life vivono una vita sociale, di comunicazione e di interazione centinaia di migliaia di persone. Nascono, crescono e vengono feriti sentimenti. All'interno di Second Life avvengono scambi economici per milioni di dollari ogni mese. Certo, senza passaggio di beni fisici o di moneta materiale, ma allora che cosa dovremmo dire del sistema borsistico e finanziario moderno?
No, l'accezione "particolarmente usata in informatica" proposta da Wikipedia mal si applica a Second Life.

Meglio sarebbe sottolineare l'aspetto immateriale del virtuale.

E questo ci riporta all'etimologia della parola, che deriva dal latino virtus, che a sua volta ha la stessa radice di vir, ovvero uomo. Per i latini la virtus era l'essenza di ciò che faceva un uomo veramente tale. Ciò che faceva la differenza tra un uomo e un caporale, avrebbe detto Totò. Senza andare nel metafisico, si potrebbe definire la virtus come quell'elemento immateriale che caratterizza l'essenza dell'essere uomo. Per i nostri bellicosi antenati si intendeva soprattutto la virtus guerriera. Successivamente il cristianesimo ha conferito a questa parola una sfumatura diversa: ciò che caratterizza un uomo in quanto tale diventano il timor di Dio, la carità, la compassione e le altre virtù cristiane.

La definizione di virtuale nel senso di potenziale deriva direttamente dalla filosofia aristotelica e descrive uno stato intermedio tra potenza e atto. L'esempio da manuale di filosofia del liceo è il germoglio, albero virtuale che comincia a sviluppare la potenza del seme di diventarlo, ma ancora non lo è.
Second Life è sicuramente un mondo pieno di potenzialità, ma ho difficoltà ad inquadrarlo in questa rigida logica aristotelica. Qual'è la potenza che sta sviluppando? E verso quale atto?
Non mi viene in mente nulla su due piedi.

Da quanto detto finora posso cominciare a mettere insieme quella che secondo me è un'accezione più corretta del termine virtuale, ovvero quella di dimensione immateriale della realtà.
E' ovvio che questa definizione va spiegata e giustificata (non oggi, tempo per bloggare scaduto), ma è importante sottolineare che essa rimuove il senso di falsità dal concetto di virtuale e soprattutto rimuove il senso di contrapposizione della realtà: è una dimensione immateriale della realtà che cammina strettamente a braccetto con quella materiale.
Non sono ovviamente né il primo né l'unico a pensarla così. Chi fosse curioso può per esempio leggersi questo aforisma estratto da un intervista a Philippe Queau.

Questo post è parte dello sviluppo del tema: "Cosa è davvero il virtuale?".
Puoi consultare qui gli altri articoli:
1. In virtuale virtus
2. Il computer come sogno cartesiano
3. Il computer-pensiero è stato dotato di organi di senso
4. Se non riesci ad imparare a usare il computer, vai dallo psicologo...


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