8.11.06

Il computer come sogno cartesiano

Non mi ricordo se fu perchè pioveva o per quale altro motivo, ma di sicuro una sera di 13 anni fa non ebbi nulla di meglio da fare che mettermi a leggere una bellissima rivista ormai da lungo tempo scomparsa, Virtual. Era il settembre del 1993 e un bellissimo articolo di Mario Canali mi fece capire cosa era veramente il virtuale. E' ancora un articolo attualissimo e mi fa piacere riproporne e commentarne una serie di passaggi. E' da lì che ho cominciato a vedere il virtuale come la dimensione immateriale della realtà e questa chiave di lettura non mi ha mai tradito. Anzi continua ad aiutarmi a decodificare l'esperienza in Second Life in maniera estremamente costruttiva.

In realtà basterebbe citare il titolo: "Quando l'informazione si fa mondo".
C'è già tutto.

Canali comincia il suo articolo affermando:
Il computer rapresenta il realizzato distacco da tutto ciò che di fisico, materiale, pesante, corporeo, la tecnologia ancora aveva. Il computer voleva essere la definitiva smaterializzazione, l'affermazione del sogno cartesiano di una mente separata, eterea, altra rispetto al corpo.


Vero: l'oggetto sacro del "è giusto, l'ha fatto il computer", il logos che agisce nel mondo incarnandosi nel codice, il dominio incontrastato della logica.
All'inizio sembrava così, ma poi le cose sono andate in maniera un po' diversa...

Questo post è parte dello sviluppo del tema: "Cosa è davvero il virtuale?".
Puoi consultare qui gli altri articoli:
1. In virtuale virtus
2. Il computer come sogno cartesiano
3. Il computer-pensiero è stato dotato di organi di senso
4. Se non riesci ad imparare a usare il computer, vai dallo psicologo...

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