Settimana di fuoco per vari motivi e quindi pochi post. Riprendiamo il cammino per arrivare a capire il legame indissolubile tra computer e virtualità, citando un lungo brano dal solito articolo di Mario Canali:
Il computer è nato come calcolatore: se ne apprezzava la velocità con cui eseguiva operazioni e arrivava a una soluzione, ad un risultato. Ben presto ci si è accorti che questa sua velocità ad eseguire operazioni, prima centinaia ed infine milioni al secondo, costituiva di per sé un valore: poteva essere utilizzata non tanto per arrivare a soluzioni quanto per innescare processi che potevano essere seguiti nel loro svolgersi.
Punto fondamentale. Si comincia con i famosi boids di Langton, che citerò più avanti, per arrivare ai mondi complessi come Second Life, dove nel processo viene coinvolto addirittura il comportamento umano.
Mi fermo qui per oggi o rischio di perdere il treno. Ma ovviamente il ragionamento continua.
0 commenti:
Posta un commento